sabato 12 maggio 2018

Sovranismo e Costituzione secondo Mattarella

L'intervento con cui Mattarella ha invitato a non cedere alle lusinghe di una narrativa sovranista inattuabile è stato criticato in quanto considerato un'indebita intromissione nel contingente dibattito politico. In realtà le considerazioni del presidente della Repubblica sono aderenti al dettato Costituzionale che agli articoli 10 e 11 rammenta il dovere della Repubblica di conformare il suo ordinamento giuridico alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute e l'opportunità di acconsentire a limitazioni della sovranità funzionali alla creazione di un ordine internazionale che assicuri la Pace e la Giustizia tra le Nazioni.
Quello di Mattarella è dunque un invito a ricordare come l'indirizzo dei padri costituenti, derivato dalla necessità di smarcarsi da scelte dominate dalla retorica di potenza e autarchia fascista che condussero al disastro l'Italia, rimane tutt'oggi quanto mai valido e anzi proprio la precarietà dell'attuale scenario globale dovrebbe indurre le forze politiche a valutare sull'opportunità che il nostro Paese non sia in balia di umori propagandistici ma sappia perseguire una strategia e una collocazione internazionale frutto di scelte meditate e di lungo periodo.

martedì 8 maggio 2018

L'appello di Mattarella contro la legislatura abortita

Dinanzi al gioco irresponsabile dei veti incrociati di cui la classe politica si è resa protagonista paralizzando le istituzioni, Mattarella ha rammentato i gravi rischi derivanti per il Paese da un immediato ricorso alle urne e ha contestualmente proposto una via d'uscita.
Il presidente della Repubblica ha sottolineato come andando al voto mantenendo inalterata l'attuale legge elettorale vi sarebbe un'elevata probabilità di replicare l'attuale stallo politico. Inoltre si restringerebbero i tempi per portare a discussione entro l'anno la legge di bilancio e disinnescare l'aumento dell'Iva e delle accise che avrebbe effetti recessivi per la nostra economia. Per di più un eventuale esercizio provvisorio esporrebbe le finanze pubbliche italiane ai rischi di attacco della speculazione finanziaria sui mercati internazionali. Infine l'assenza di un governo nel pieno esercizio delle sue funzioni condannerebbe l'Italia ad assistere da spettatrice alle decisioni da prendere nelle sedi internazionali e di Unione Europea, in particolare su temi caldi quali l'immigrazione e il nuovo bilancio europeo.
Mattarella ha offerto ai partiti l'alternativa di un governo di garanzia composto da personalità di spicco fuori dai giochi politici, che duri il tempo necessario a far approvare la legge di bilancio e che nel frattempo lasci salva la possibilità per gli schieramenti in Parlamento di trovare intese per costituire un governo pienamente politico.
L'immediato e sdegnoso rifiuto opposto da Cinque Stelle, Lega e Fratelli d'Italia all'iniziativa del Quirinale e il contestuale appello per un immediato ritorno al voto sono tristemente coerenti con il clima politico generale in cui la propaganda di parte appare soverchiare ogni logica di interesse nazionale. L'arte della mediazione viene travolta da un'indisponibilità al compromesso a sua volta funzionale a una narrazione del cambiamento che confligge però con una realtà politica immobile.
Le forze politiche che non riescono a far funzionare il Parlamento e non sono capaci di dare al Paese un governo tradiscono nei fatti quel mandato popolare che a parole dichiarano di voler rispettare con la loro inconcludente intransigenza. Qualora si concretizzasse lo scenario di nuove elezioni è dunque auspicabile che l'opinione pubblica eserciti con forza il proprio ruolo e chieda conto alla politica del fallimento di una legislatura mai nata.