lunedì 13 marzo 2017

Gli 80 euro e il bonus bebè: gemelli diversi nell'efficacia

Negli ultimi anni i bonus sono entrati con prepotenza nella prassi e nel linguaggio politico-economico italiano. Promossi in particolare dal governo Renzi e in gran parte confermati da Gentiloni sono uno strumento oggetto di giudizi controversi, anche perché molto diversi sono stati i risultati ottenuti a seconda dell'ambito in cui sono stati utilizzati.
In particolare gli 80 euro sono stati forse la misura di politica economica più efficace del governo Renzi. Si tratta semplicemente di una riduzione delle tasse per lavoratori dipendenti e assimilabili nell'aliquota che va dagli 8000 fino ai 26000 euro. I suoi effetti positivi sono stati visibili nei consumi delle famiglie, e di conseguenza nell'incremento della domanda aggregata e del PIL ( la cui crescita è stimata allo 0,9 nel 2016).
Il cosiddetto bonus bebè, assegnato alle famiglie come stimolo all'incremento delle nascite appare invece una misura estemporanea in un quadro di politiche demografiche alquanto deficitario rispetto a modelli assai più efficaci come quello francese che presentano un'ampia diffusione dei congedi parentali e una presenza capillare degli asilo nido. Il suo impatto infatti è stato sinora praticamente nullo come mostra l'ultimo rapporto Istat che registra per il 2016 solo 474mila nuovi nati, nuovo livello minimo rispetto ai 486mila del 2015.

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