mercoledì 27 luglio 2011

Cervelli evaporati: la strage in Norvegia vista da Borghezio e Feltri

Borghezio a Radio 24: "le idee di Breivnik sono condivisibili, alcune ottime. se poi sono sfociate nella violenza la colpa è dell'invasione degli immigrati". Dal Carroccio dove non si faceva una piega quando il nostro andava a disinfettare le carrozze dei treni in cui sedevano gli immigrati di colore, si sono precitati nel dissociarsi dalle dichiarazioni del loro esponente per la strage: se fossero davvero indignati, per coerenza, dovrebbero cacciarlo dal partito.
"Cuor di Leone" Vittorio Feltri nel suo editoriale per il Giornale del 25 luglio ci regala una perla di introspezione psicologica: "c'è da chiedersi perché il pluriomicida (Breivnik) non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio (...) l'uomo non ha o forse ha perso nei secoli la capacità di combattere per la comunità di cui fa parte. In lui prevalgono l'egoismo e l'egotismo." Insomma le vittime sono anche colpevoli di pavidità e di egoismo. Gli auguro di non trovarsi mai in contesti simili in cui poter dar prova del suo coraggio.

domenica 24 luglio 2011

La bozza Calderoli di riforma costituzionale: gli effetti del nuovo pasticcio made in Lega

Presentata come un tentativo di arginare gli eccessivi costi della politica il progetto di riforma costituzionale elaborata da Calderoli in realtà va considerata come un grammo di puro cioccolato venduto assieme a una tonnellata di sterco. Il buono è rappresentato dall'accorpamento delle province in cui risiedano almeno 500000 abitanti, e dalla riduzione dei parlamentari. Ma coerentemente allo stile del padre del Porcellum, queste positive novità servono per coprire un impianto complessivamente confusionario: l'introduzione della sfiducia costruttiva sarebbe interessante, peccato che la si accompagni da una norma che vincolando al risultato delle elezioni il nome del candidato a sostituire il premier sfiduciato, rende quest'ultimo di fatto insostituibile e blocca l'autonomia di un Parlamento già abbastanza svilito dall'essere composto da nominati delle segreterie politiche. Viene prevista la possibilità per il primo ministro di chiedere lo scioglimento di una Camnera: una proposta facoltativa che il presidente della repubblica è libero di respingere, creando così ulteriori occasioni di conflitto nel rapporto già problematico tra capo dello Stato e capo dell'esecutivo.
Altre genialate: se nel senato federale, i rappresentanti delle regioni non avranno diritto di voto che ci stanno a fare, a parte prendere la cospicua indennità di presenza?
Con la soppressione della circoscrizione estero gli immigrati pagheranno le tasse ma non avranno diritto a eleggere i propri rappresentanti.
Per commisurare l'indennità alla partecipazione al lavori delle commissioni e dell'Aula sarebbe sufficiente una legge ordinaria approvabile in due giorni invece del complesso iter richiesto per modificare la Carta costituzionale. Ciò mi induce a pensare che la bozza di riforma Calderoli anche nei suoi punti migliori sia uno specchietto per le allodole. E' credibile che uno Scilipoti approvi un testo che gli riduce notevolmente l'indennità e la possibilità di essere rieletto?

L'attentato in Norvegia, l'islam della jihad e i luoghi comuni dell'informazione

Gli attentati terroristici che in Norvegia hanno provocato oltre novanta vittime, sono stati probabilmente compiuti da Anders Behring Breivik, norvegese, cristiano antiislamico e con idee xenofobe. Idelogie che nel Nord Europa stanno pericolosamente facendo proseliti. Eppure sulle prime i giornali di casa nostra hanno puntato sulla pista del terrore islamista. Tra tutti spiccava Libero con un titolo che equivaleva a una sentenza: "Con l'islam il buonismo non paga. Norvegia sotto attacco: è un massacro".
Putroppo sta diventando sempre più una consuetudine della stampa quella di seguire i luoghi comuni piuttosto che cercare di comprendere per informare correttamente i lettori

giovedì 21 luglio 2011

Arrestare Papa per salvare Tedesco. Ragioni e conseguenze di un inciucio fallito

Voto segreto e contemporanea calendarizzazione delle votazioni in aula : era tutto pronto perché il voto in Parlamento sull'arresto di Alfonso Papa, deputato PDL, e Nicola Tedesco, senatore ex PD, ora nel grupppo misto, si risolvesse in un iniucio bipartisan salvaCasta. Invece qualcosa è andato storto: Tedesco si è salvato mentre per Papa la Camera ha dato il nulla osta perchè scattassero le manette. A rovinare i piani è stata la Lega, la cui strategia è stata portata avanti da Maroni. Il comportamento del Carroccio è presto spiegato: si sta verificando che i vantaggi sinora portati dal federalismo alla propria base non sono così evidenti tanto più che la manovra economica finisce per penalizzare proprio gli enti locali. Dunque diventa sempre più difficile per i leghisti presentare ai propri elettori il sostegno alle scappatoie giudiziarie di Berlusconi e soci come un sacrificio necessario e sopportabile pur di ottenere i benefici del federalismo.
Assai più difficile sarà per il Pd spiegare i motivi della mancata autorizzazione all'arresto di Tedesco: la giustificazione di Bersani & C. è che in realtà il voto contrario sarebbe stato espresso con il voto segreto dalla maggioranza di centro destra allo scopo di danneggiare sul piano dell'immagine la sinistra. Ma se le cose stessero davvero così perché a Tedesco che è indagato dal febbraio 2009 solo ora si è chiesto di presentare le proprie dimissioni per presentarsi alla giustizia come un normale comune cittadino? In realtà la sensazione è che sui temi della legalità il PD nei fatti assume comportamenti spesso non coerenti con il rigore e la trasparenza predicati a parole.

Le accuse di reato nei processi ad Alfonso Papa e Alberto Tedesco

Alfonso Papa, deputato del PDL, inquisito per corruzione, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento personale. Secondo l'accusa sfruttava i suoi contatti di altissimo livello con appartenenti ai servizi segreti, magistrati, esponenti di vertice della Guardia di finanza per intimorire imprenditori finiti al centro di inchieste giudiziarie, prospettando la gravità della loro situazione e garantendo con i suoi buoni uffici una favorevole risoluzione dei processi. In cambio del suo aiuto otteneva regali, soldi per se e per suoi conoscenti. Inoltre Papa si sarebbe adoperato per ottenere, in violazione del segreto istruttorio, informazioni su procedimenti riguardanti tra gli altri Gianni Letta, Mauro Masi e Nicola Cosentino.
Alberto Tedesco senatore eletto nelle liste del PD e successivamente passato al Gruppo Misto, è inquisito per corruzione, aggiunge concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Secondo l'accusa, Tedesco sfruttando il ruolo di assessore alla sanità della Regione Puglia nella Giunta Vendola, avrebbe creato un sistema clientelare nelle nomine dei primari e dei dirigenti delle ASL da utilizzare poi per ottenere guadagni personali,anche con la corruzione, nella gestione dei servizi e degli appalti legati alla sanità.

lunedì 18 luglio 2011

Lo scandalo intercettazioni in Inghilterra fa vacillare l'impero di Murdoch. Le differenze con l'Italia


Lo scandalo intercettazioni che in Inghilterra ha costretto il News of the world a chiudere i battenti rischia di travolgere l'intero impero mediatico di Rupert Murdoch. Alcuni nostri soliti giornalisti scribacchini facendo un paragone con quanto avviene in Italia sostengono che l'unica differenza è che in Inghilterra i colpevoli vengono messi in galera. Se si bada ai fatti la questione intercettazioni in Italia e regno Unito in realtà è molto differente. I giornalisti del News of The World intercettavano illegalmente di propria iniziativa personaggi famosi, parenti e amici di persone protagonisti di fatti di cronache, comprese vittime di omicidio. Uno scandalo che rischia di toccare anche il primo ministro Cameron accusato di aver assunto come suo portavoce Andy Coulson, ex direttore del tabloid e ora agli arresti. Questo livello di bassezza in Italia fino ad ora non è stato miminimamente raggiunto: finora sono state pubblicate intercettazioni effettuate dalla forze dell'ordine e riguardanti indagini penali. Si può discutere dell'opportunità di diffondere o meno certi particolari più delicati per la privacy e meno inerenti alle vicende giudiziarie. Ma da qui a tracciare una linea di continuità con le vicende inglesi ce ne corre. L'obiettivo di chi porta avanti questo assurdo paragone è chiaro: arrivare a una legge restrittiva delle intercettazioni legali ( quelle compiute dalla magistratura) per impedire che vengano scoperte le magagne in cui sono coinvolti i personaggi eccellenti. Non a caso invece non viene fatto cenno ai rischi connessi alla concentrazione di potere mediatico con le conseguenti reticenze investigative di Scotland Yard , estremamente timida negli anni scorsi nei confronti dell'impero di Murdoch: se facessero questo genere di riflessione molti italici pennivendoli potrebbero trovarsi senza lavoro.

sabato 9 luglio 2011

Lodo Mondadori: le motivazioni del risarcimento di 560 milioni a carico della Fininvest di Berlusconi

La Fininvest è stata condannata in appello al pagamento di 560 milioni a favore della Cir di De Benedetti come risarcimento in sede civile per l'accertata corruzione di giudici nel processo Lodo Mondadori. Berlusconi e la figlia Marina, attuale presidente di Fininvest e della Mondadori gridano alla persecuzione. Ma è davvero così?
La sentenza penale ha accertato che l’avvocato Fininvest Cesare Previti, nell'interesse dell’azienda di Berlusconi, insieme ai legali Attilio Pacifico e Giovanni Acampora comprarono dal giudice relatore Metta il verdetto che dichiarava nullo il Lodo arbitrale che aveva inzialmente dato ragione a De Benedetti. Quella sentenza pose De Benedetti in una posizione di debolezza nel successivo compromesso di spartizione con la Finvest : il gruppo editoriale vero e proprio con i libri, i settimanali (compreso «Panorama») e un conguaglio di 365 miliardi di lire andarono a Berlusconi, e invece «l’Espresso», «Repubblica» e i quotidiani locali «Finegil» a De Benedetti
Nella motivazione della sentenza definitiva a carico di Previti è scritto che Berlusconi ( che in quel processo venne assolto per prescrizione dal reato di corruzione con le attenuanti generiche) aveva "la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio". Quindi la corruzione è stata fatta nell'interesse di Fininvest
Infine l'ammontare del risarcimento è stato valutato sulla base di una perizia fatta dai priofessori Luigi Guatri, Maria Martellini e Giorgio Pellicelli che hanno verificato le variazioni del valore della società oggetto dello scambio delle parti all'epoca dei fatti ( cioè tra il 1991 e il 1992)

mercoledì 6 luglio 2011

Tremonti e gli effetti di una manovra fiscale a governo morto

La manovra fiscale presentata di Tremonti ha un ammontare di 67 miliardi di euro fino al 2014 così ripartiti: poco meno di due miliardi subito, 5 e mezzo nel 2012; 20 miliardi nel 2013 e altri 40 nel 2014. Obiettivo raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 come da accordo con l'Unione Europea. E' evidente come si rinviano alla prossima legislatura i provvedimenti più complessi e impopolari.
Questo rinvio a babbo ( o meglio a governo) morto produce non solo effetti politici ma sopratutto sfiducia nei mercati finanziari: lo spread dei titoli ai dieci anni italiani ( differenziale di interesse) con i titoli tedeschi è raddoppiato. All'inizio di maggio era di un punto ora sono di oltre due punti. Questo significa dover pagare più interessi sui titoli e quindi sul debito. E un punto in più di interessi sul debito pubblico vale 18 miliardi di euro. In più da questa manovra non emerge alcuna idea su come favorire la crescita economica: e i conti pubblici si possono risanare non solo con i tagli alla spesa ma anche favorendo la ripresa del PIL.

La truffa delle quote latte costa un miliardo e mezzo di euro agli italiani.

L'Italia ha già versato quattro miliardi di euro di multa all'Unione Europea per lo sforamento dell'unione europea. Un altro miliardo e mezzo da pagare è già in arrivo: praticamente è l'equivalente del gettito previsto per la finanziaria del 2011. Un privilegio tenacemente difeso dalla lega per i suoi allevatori, a spese di tutti i contribuenti italiani.

martedì 5 luglio 2011

Sfuma l'accordo tra Santoro e la 7: censura di regime o capricci di una star del piccolo schermo?


Il passaggio di Michele Santoro a la 7 sfuma in dirittura d'arrivo e si scatenano le polemiche, anche politiche. Santoro grida al complotto causato dal conflitto di interessi e battibecca con Enrico Mentana , che pure da direttore del telegiornale di la 7 era stato un convinto fautore dell'arrivo del conduttore di Anno Zero.
Per provare a capire cosa è successo bisogna ricostruire ciò che è accaduto, basandosi anzitutto solo sui fatti. Il 30 giugno la proprietà de la 7,Telecom Italia comunica in una nota l'interruzione delle trattative con Santoro " per inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti tra autore ed editore". Santoro replica imputando Il fallito accordo all'esistenza del conflitto di interessi: in pratica Berlusconi avrebbe fatto saltare tutto. Si sarebbe ripetuto quanto già accaduto con Mentana il cui passaggio a la 7 venne ostacolato per un anno e mezzo proprio da sua Emittenza. Lo stesso Mentana memore di quanto vissuto sulla sua pelle, chiede pubblicamente dagli schermi dell'edizione delle 20 del suo tg che l'azienda faccia chiarezza su questa ventilata ennesima censura di mercato. Pochi giorni dopo Telecom fornisce la sua versione: "pretendeva di poter modificare le puntate della sua nuova trasmissione, anche in senso profondo, senza alcun ragionevole preavviso". Santoro replica in un intervista sul fatto Quotidiano: "TiMedia non voleva accollarsi nessuna responsabilità legale su ciò che sarebbe potuto andare in onda, riservandosi di interferire nell'esercizio dell’attività giornalistica, che è autonoma per statuto e vede prevalere il diritto e dovere di cronaca"
A questo punto interveniva Enrico Mentana: «Santoro chiedeva assoluta libertà, ma qualsiasi giornalista non può dire o scrivere quel che gli pare. Esistono obblighi di legge» pronta la replica di Santoro: " Enrico Mentana non si è mai incatenato per la libertà di informazione. Anche quando aveva promesso di farlo. Pur nutrendo nei suoi confronti una enorme stima professionale, ritengo che abbiamo nei confronti del potere (economico, politico ed editoriale) atteggiamenti molto distanti. Il che ci rende diversamente liberi.
Tuttavia le sue dichiarazioni fanno intendere che io avrei richiesto all’editore una libertà illimitata e irresponsabile. Siccome non è così, non capisco per quale ragione egli voglia assumere il ruolo di chi nasconde o vela con le sue interpretazioni il conflitto d’interessi. La verità è che io mi sono impegnato a rispettare le regole e le norme esistenti, nonché la linea editoriale di Timedia". Mentana concludeva il suo dialogo a distanza con Santoro con una lettera aperta dalle Colonne del Corriere " affermi che siamo «diversamente liberi». Non so cosa voglia dire: non abbiamo mai lavorato insieme, e per quanto mi riguarda so che la libertà non è mai relativa Dirigo un telegiornale, non una struttura clandestina: e tutti quindi possono misurare la libertà di cui godo, e che mi sono presa attraverso la garanzia di risultati che porto all'editore.

Questi fatti possono essere interpretati alla luce due verità. La prima è la già citata tendenza del Cavaliere a far valere il suo potere politico per censurare le persone a lui sgradite. Santoro ne è stato più volte bersaglio e non è impossibile pensare che questo sia solamente l'ultimo episodio di una lunga serie. La seconda verità riguarda la tendenza di Santoro ad autocelebrarsi come unico pilastro della libera informazione per cui ogni critica nei suoi confronti debba essere considerata come un attentato alla libertà. Ne è un esempio la piccata risposta a Mentana: bisogna forse incatenarsi per essere considerati giornalisti liberi? e cosa significa essere diversamente liberi? La libertà di un giornalista come ha fatto notare Mentana la si giudica, dalla qualità dell'informazione che con il proprio prodotto editoriale si mette a disposizione del pubblico.
Da qui al fatto che Santoro consideri la propria libertà come assoluta il passo e breve. Questa è la versione di Telecom Italia: Santoro voleva fare come gli pare e questo pone dei problemi di ordine legale. Quale delle due interpretazioni sia più vicina alla verità è difficile a dirsi: i sostenitori di Santoro tenderanno a sposare in toto la versione della censura di regime; i suoi denigratori punteranno il dito sul fatto che solo in Rai Santoro può fare il Sant'oro, martirizzato sull'altare dell'informazione libera; nelle aziende private chi comanda sono i proprietari.

lunedì 4 luglio 2011

I pro e i contro della Tav Torino-Lione. Il rischio del dissenso che si tramuta in violenza


La Tav Torino-Lione è un'opera estremamente costosa: la spesa per il progetto si aggira sui 16-20 miliardi di euro di cui solo 6000 milioni coperti con fondi europei. Il resto a totale carico dello Stato italiano, le cui finanze è risaputo sono tutt'altro che floride. Inoltre l'infrastruttura avrà un fortissimo impatto ambientale in Val di Susa. E i suoi benefici sarebbero molto ridotti: lungo il tracciato della Tav si sposterebbe meno dello 0,1% dei trasporti su scala nazionale.
Ci sono dunque ottime ragioni per esprimere il dissenso. Non sono accettabili invece le modalità con cui è stato espresso con una vera e propria caccia al poliziotto, contro cui è stata lanciata anche dell'ammoniaca. Si tratta di vere e proprie azioni criminali verso cui sarebbe stato doveroso una radicale dissociazione senza distinguo. Invece come al solito nella confusione ci inzuppano il biscotto personaggi come Beppe Grillo che fa il suo show elogiando l'eroica azione degli antagonisti, salvo poi precisare pelosamente, sostenendo di non essersi riferito ai violenti. Peccato però che al momento della sua orazione da Savonarola, il comico genovese non abbia degnato di un pensiero i quasi 200 poliziotti feriti dagli eroici resitenti

Strauss-Khan, Bunga Bunga in salsa francese?

La svolta nella vicenda di Strauss-Khan, accusato di aver stuprato una cameriera di albergo si spiega facilmente: poichè era stato accertato un rapporto sessuale, per valutare se esso fosse stato consumato consuensualmente o ci fosse stata violenza era decisiva la credibilità delle versioni del presunto stupratore e della presunta vittima; è evidente che la situazione processuale dell'ex direttore del Fondo monetario internazionale si è notevolmente alleggerita nel momento in cui emergevano numerosi punti oscuri della vita privata della cameriera ( contatti con un trafficante di droga, forse un ex marito, con cui discuteva dei benefici che avrebbe potuto ricavare dalla vicenda, lei stessa coinvolta nello spaccio di stupefacenti e di droga). Sembra ora delinearsi il quadro assai più banale ma ugualmente squallido di un tentativo di estorsione o di una vendetta per del sesso a pagamento non retribuito da Strauss-Khan, il cui profilo viene derubricato da stupratore a squallido puttaniere
Proprio perchè sono emersi comportamenti verso le donne alquanto leggeri, e nonostante i suoi sostenitori portino avanti la tesi del complotto è molto difficile che DSK possa tornare in politica con un ruolo di primo piano: salvo che i francesi non desiderino un Bunga Bunga ai piedi della Tour Eiffel